“DARK WORLD” DI MICHELE SCALINI – RECENSIONE

Avete presente il mondo cupo e totalitario creato da Orwell nel celebre romanzo 1984? Il grigiore di quella vita controllata ad ogni minimo passo, la certezza di essere osservati da qualcuno e l’impossibilità di vivere secondo il proprio istinto? Ecco, questo è il mondo che troviamo nel romanzo distopico Dark World di Michele Scalini, che mi ha gentilmente inviato una copia del suo libro.

La sensazione di ritrovarmi in 1984 l’ho avvertita sin dalle prime pagine, anche se la storia creata dall’autore è poi in effetti tutta sua, elaborata partendo da immaginarie conseguenze catastrofiche dopo la fine della pandemia in cui ci troviamo ancora coinvolti.

TRAMA

Quando la ricerca del vaccino e del colpevole vedrà contrapposte le più grandi potenze mondiali, ci sarà una gravissima crisi economica e un conflitto mondiale, con distruzioni di massa. La fine del conflitto porterà alla creazione di un governo che elaborerà un piano di rinascita globale e, nel 2057, anno in cui ha inizio la storia di Dark World, Mike Freeman si ritrova a vivere la propria vita seguendo le nuove regole.

Di Freeman però, non ha nulla. Freeman: free man, “uomo libero”, per il quale però la libertà è solo un concetto astratto.

Nel mondo immaginario creato da Michele Scalini, gli uomini vivono in case in cui è installato un controllore elettronico che controlla passo passo la vita di tutti, ad eccezione solo del bagno! All’esterno, droni volanti monitorano la vita dei cittadini e, con la scusa di mantenere  la sicurezza, non è permesso nemmeno calarsi un cappello in testa, perché il volto deve essere ben identificabile. Ogni essere umano ha sin dalla nascita un micro chip all’interno del polso destro, in cui sono inseriti tutti i dati e attraverso cui si aprono i portoni di casa e si fa la spesa. Senza, non si hanno identità e mezzi di sostentamento.

RECENSIONE

Leggendo queste pagine ho avvertito un senso di soffocamento per il mondo da incubo in cui si vivrebbe se tutto ciò fosse vero. L’autore ha creato un mondo da eterno lockdown, in cui non è possibile muoversi dopo un determinato orario fuori dalla propria zona di residenza, con restrizioni alla libertà simili a quelle che viviamo ora, solo che nel romanzo, la questione “sicurezza” è solo una scusa. Lo scorso anno ci ha fatto capire quanto le libertà di cui godiamo siano importanti e quanto a volte le diamo per scontate e leggere questo romanzo rafforza solo di più questa concezione.

Viviamo in un mondo dove l’opinione non è un reato, ma un diritto e non si finisce in carcere se ne viene espressa una controcorrente, non ci sono poliziotti che ricordano le Camicie nere che ti colpiscono con il manganello e ti portano in centrale.

In Dark World l’autore ripete spesso scene di vissuto quotidiano, non senza un obiettivo, a mio avviso. Vuole ricreare la monotonia di una vita vissuta senza luce e colore, una vita meccanica e omologata, in cui tutti fanno le stesse cose, pensano le stesse cose e sono costretti a farlo fino alla fine dei propri giorni.

Sarebbe meglio conservare e apprezzare tutto ciò che secoli, anzi millenni di storia ci hanno fornito: libertà di movimento, di espressione, di opinione. Libertà di studiare e migliorare la propria posizione sociale se si nasce più poveri, libertà di spostarsi in qualsiasi luogo si voglia se il nostro ci sta stretto, libertà di mangiare una bistecca in più se ne abbiamo voglia (sembra assurdo, ma se leggete il libro capirete il perché).

La storia creata da Michele Scalini mi è piaciuta. Dark World è un romanzo che si legge tutto d’un fiato e, se vi piace il genere, è un romanzo che consiglio assolutamente.

Voto: 4/5

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