“La biblioteca di Parigi” di Janet Skeslien Charles 

Scheda tecnica
TitoloLa biblioteca di Parigi
Autore: Janet Skeslien Charles 
Genere: Romanzo storico
Editore: Garzanti
Pagine: 385
Anno pubblicazione: 2020

Leggere La biblioteca di Parigi innesca un misto di emozioni fatte di tenerezza, commozione e tensione che ti tengono incollata alla pagina dall’inizio alla fine del romanzo. Tenerezza perché Odile e Lily suscitano una grande empatia e non si può non voler loro bene. Nonostante vivano su carta, è stato difficile salutarle e la mattina dopo aver terminato il libro, mi mancavano tanto, così come si può sentire la mancanza di due care amiche.

Commozione perché gli argomenti trattati dall’autrice sono importanti e delicati. La paura della guerra,  i dolori della perdita e l’inevitabile tensione a vivere in una città occupata si ripercuotono automaticamente anche sul lettore, che avverte tensione quando i capitoli riportano le date 1940-1944. Nonostante dalla nostra distanza temporale sia automatico sapere cosa succedeva durante la guerra e avere la certezza della sua fine, all’epoca tutto era un’incognita. Si salutava l’anno vecchio dapprima con la speranza che tutto finisse con quello nuovo, poi con la rassegnazione che nulla sarebbe cambiato, fino ad arrivare al terrore che tutto sarebbe rimasto per sempre per uguale.

Trama e recensione

La biblioteca di Parigi è la storia dell’ALP, dell’ American Library di Parigi che rimase eroicamente aperta agli utenti durante tutto il periodo del conflitto, che supportò i propri utenti (anche ebrei) sfidando le leggi naziste. È una storia di gente esistita davvero e a cui l’autrice ha ridato una voce intrecciandone la storia reale con il personaggio immaginario di Odile, una ventenne bibliotecaria che inizia a lavorare lì per il grande affetto che la lega a quel posto e per essere indipendente e al sicuro dal punto di vista economico. Odile ha un carattere forte e testardo, ma anche dolce. È una persona impulsiva e passionale che ama il suo lavoro e gli utenti della sua libreria e che sfiderà i pericoli per non abbandonare nessuno al proprio destino, commettendo anche errori che pagherà a caro prezzo. Il bello di questo romanzo è che nessun personaggio è eroe, ma tutti sono umani. Nessuno è salvo da errori, invidie o gelosie. Non ci sono santi, ma persone che cercano di fare del loro meglio nella vita, Odile così come Lily, sensibile tredicenne del Montana la cui vita si intreccia negli anni ’80 a quella di Odile.

I continui cambiamenti temporali permettono di creare suspense senza mai preferire una parte all’altra. I problemi e il dolore di Lily non sono meno forti di quelli di Odile, che le farà da guida, salvandola da sé stessa a volte, così come la ragazzina inconsciamente farà con lei, sempre unite dall’amore per la lettura che, come si auspicava la signorina Reeder dell’ALP (leggete il romanzo, sarà un piacere anche per voi fare la sua conoscenza), avrebbe salvato il mondo dalla violenza.

Perché la letteratura è un ponte, un’ancora di salvezza. Molte volte durante il romanzo mi sono chiesta se avrei avuto anche io il coraggio di quella gente, quello di correre rischi per diffondere la letteratura, un minuscolo sollievo in tempi duri e tetri. Mi sono chiesta se ai posti di blocco avrei vacillato, se sarei svenuta dalla paura o avrei resistito stoicamente bluffando, per poi vomitare la tensione all’angolo immediatamente successivo.

Ciò che mi piace maggiormente dei libri storici e, soprattutto di quelli che raccontano in maniera romanzata di persone realmente esistite, è che permettono di non dimenticare. Insegnano il passato auspicandosi che non si ripeta mai più, dato che purtroppo la storia è ciclica e l’uomo impara raramente dai propri errori. Ma, se l’istruzione e la lettura circolano, potremmo salvarci. Peccato però che la gente legga sempre meno e che l’ignoranza dilaghi ancor più rapidamente della pandemia che ci tiene già sotto scacco da due lunghi anni.

5/5