“Il paese del sale e delle stelle” di Zeyn Youkhadar

Nour ha solo dodici anni quando la sua casa a Homs, in Siria, crolla a seguito dei bombardamenti ed è costretta a scappare insieme alla madre e alle due sorelle, Zahra e Huda, attraverso i deserti impervi dell’Africa settentrionale, in cerca di un luogo in cui sentirsi finalmente al sicuro.

La famiglia è originaria della Siria, ma lei è nata negli Stati Uniti, dove la famiglia ha vissuto fino alla morte del suo Baba. La bambina infatti non conosce bene la lingua natale e si esprime principalmente in inglese.

L’arabo per lei è un misto di suoni e colori spesso indecifrabili, di consonanti decise e calligrafie svolazzanti. Si troverà presto a perdere tutte le sicurezze, a smarrirsi nel mare impervio dell’incertezza dettata dalla fuga, a non sentirsi a casa in nessun luogo e a non sapere nemmeno più quale posto possa essere chiamato casa.

Nour si aggrappa alle storie raccontatele dal padre, in particolare quella di Rawiya, ragazza vissuta nel XII secolo che fugge di casa travestita da uomo per trovare Al-Idrisi, un famoso cartografo che sta ultimando il suo viaggio nell’Africa settentrionale, in modo tale da scrivere un libro e disegnare la mappa più accurata di tutti i tempi sui territori fino ad allora conosciuti per conto di re Ruggero II di Palermo. Rawiya è coraggiosa e di buon cuore e il suo intento è esplorare il mondo e arricchirsi quel tanto da poter concedere alla madre una vita migliore.

La storia di Rawiya si snoda parallela a quella di Nour, la bambina attinge coraggio dalle avventure di questa ragazzina valorosa e di buon cuore, che le dà la forza di andare avanti nei momenti di sconforto del suo lungo viaggio per ritrovare la strada di casa.

RECENSIONE

Il paese del sale e delle stelle è il romanzo d’esordio di Zeyn Joukhadar. L’autore afferma che la storia raccontata è di fantasia, sebbene le storie come quella di Nour siano all’ordine del giorno da quando è iniziato il conflitto siriano. Intere famiglie sono state spezzate, divise e costrette alla fuga, a cercare asilo e diventare rifugiate, viste come pericolose e nemiche agli occhi di chi le ospita.

La storia di Rawiya invece si ispira a personaggi realmente esistiti come Al-Idrisi e re Ruggero. Il primo disegnò realmente la mappa più accurata dei suoi tempi, che venne a lungo consultata anche nei secoli successivi, nota come al-Kitab ar-Rujari (Il libro di Ruggero).

Zeyn Joukhadar vuole instillare nel lettore un’empatia con il popolo siriano e stimolarlo ad approfondire l’argomento, magari ricercando altre storie di siriani scappati dalla propria terra.

Attraverso gli occhi di Nour la storia di una tragedia viene raccontata con i toni delicati dell’infanzia. La crudeltà del mondo è descritta attraverso le parole di una bambina che piano piano perde l’innocenza e la fiducia negli uomini. Nour percepisce tutto attraverso i colori: i suoni, le sensazioni e ogni persona per lei hanno un colore differente e tutte quelle tinte avvolgono il lettore e dipingono nella sua mente una  mappa delle emozioni e del mondo crudele che la circonda.

Infatti il titolo originale è The Map of Salt and Stars, ma con il titolo italiano Il paese del sale e delle stelle, questa centralità rappresentata dalle mappe è andata persa, la scelta del titolo inglese non è stata sicuramente casuale.

Tutto ruota intorno alle mappe: la mamma di Nour disegna mappe per vivere, Rawiya e Al-Idrisi sono in viaggio per disegnare la mappa commissionata da re Ruggero.

La mappa è la via per trovare la strada di casa che, oltre ad indicare i luoghi del mondo, delinea anche quelli più profondi nascosti dentro noi stessi, la nostra lingua, le emozioni, le nostre radici.

“Se si può usare una lingua o una storia o una mappa per dare voce a un popolo o per sottrargliela, solo le nostre parole possono guidarci verso casa.”

Voto: 5/5

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