“D’AMORE E DI BRIGANTI” DI CRISTIANO PARAFIORITI – RECENSIONE

Scheda tecnica
Titolo
: D’amore e di briganti
Autore: Cristiano Parafioriti
Genere: Romanzo storico
Editore: Youcanprint
Pagine: 136
Anno pubblicazione: 2019

Questa storia che ho avuto il piacere di leggere è ambientata nella Sicilia del 1864, pochi anni dopo l’unità d’Italia e le grandi imprese di Garibaldi. D’amore e di briganti è incentrato proprio sullo scontento della popolazione siciliana che si trovò a passare da un oppressore all’altro, dai Borboni al giogo sabaudo che a nulla giovò alle pance vuote dei più poveri e la cui conseguenza fu quindi proprio il brigantaggio.

TRAMA

D’amore e di briganti narra la storia (seppur inventata) di un brigante, Giovanni Darco, che lottò tra i monti Nebrodi in Sicilia, nella zona di Messina, contro i signorotti della regione che continuavano ad affamare la popolazione, stremata dalle nuove tasse sabaude. Il protagonista, dopo aver combattuto tra le fila garibaldine, ha creduto nella nuova nazione, ma ne è rimasto profondamente deluso nel notare che nulla era cambiato per i più deboli e i poveri. Giovanni Darco diventa quindi una sorta di Robin Hood che vive tra i monti con i suoi amici briganti e ruba ai ricchi per dare ai poveri.

In tutto questo si aggiunge la storia d’amore tra Giovanni Darco e la nobildonna Eufemia, che gli vale l’inasprimento della caccia dei nobili del luogo. Si tratta quindi di una storia d’amore e di lotte, ma soprattutto di una dichiarazione d’amore verso la Sicilia, terra sfruttata in cui i suoi figli sono costretti all’esilio volontario verso terre più accoglienti.

“…quelle isole siamo noi, esuli figli di questa terra, ormai staccati da essa. Così vicini nel cuore ma così lontani nel corpo, da poterci toccare ogni tanto, solo ogni tanto. Perché é accaduto che un giorno, noi esuli, siamo stati tranciati dalle nostre radici, perché questa è l’ingiusta sorte che condanna questa terra e i suoi figli ormai da almeno due secoli. Una volontà oscura, del tutto intesa al male, che ci trasforma in isole di esuli. Al Nord, in Germania, negli Usa, in Australia. Piccole, grandi isole di figli rubati alla loro Isola madre. Un arcipelago di isolitudini.”

RECENSIONE

D’amore e di briganti è un’ode già dal titolo. Ciò che contraddistingue questo romanzo è proprio lo stile volutamente arcaico. L’autore lo sviluppa sotto forma di diario trovato da uno studioso siciliano che vive in Lombardia (probabilmente lui stesso) che ritrova le parole che il brigante aveva lasciato in custodia alla suora che lo aveva cresciuto e decide fare in modo che la storia “esca” e veda la luce.

Ci si ritrova così in un romanzo dalle sfumature antiche e delicate in cui il linguaggio ci riporta al mondo di Leopardi o di Manzoni, pieno di sostantivi ormai in disuso che impreziosiscono la storia, dandole quel sapore di passato romantico e agrodolce. Il contesto storico è sì presente, ma lo è soprattutto lo struggimento amoroso del protagonista, la descrizione delle pene del suo cuore, il fremito della sua anima che anela calore e libertà e il dolore per il fatto che nessuna delle due possa far parte del suo futuro.

E’ un romanzo che si fa leggere, forse poco commerciale dato lo stile, ma che potrà coinvolgere gli appassionati del genere storico e far sognare con le sue pagine pregne di storia e di amore per una terra che conserva la sua bellezza nonostante la sofferenza.

VOTO 4/5

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