“FIORE DI ROCCIA” DI ILARIA TUTI – RECENSIONE

Scheda tecnica
Titolo: Fiore di roccia
Autore: Ilaria Tuti
Genere: Romanzo storico
Editore: Longanesi
Pagine: 309
Anno pubblicazione: 2020

Fiore di roccia di Ilaria Tuti è forse il terzo romanzo, letto nel 2021, che mi è piaciuto tantissimo. Mi ha trasportata in un’altra dimensione e mi ha fatto toccare con mano una realtà del passato dimenticata quasi da tutti, facendomi affezionare alla protagonista e dispiacere di lasciarla andare via alla fine dell’ultima pagina.

TRAMA

Il romanzo narra la storia delle Portatrici, ovvero donne che durante la Grande Guerra, si fecero carico di trasportare, sulle proprie spalle, gerle piene di mezzi di sostentamento e oggetti bellici da portare ai soldati nelle trincee sopra le montagne del Friuli.

“E’ come se la morte ci avesse chiamate alle armi per difendere la vita. Non possiamo attendere, né affidarci alla speranza. A volte penso che siamo noi la speranza. E siamo tante. Duemila donne, dicono. Un battaglione”

Tramite il racconto di Agata Primus, ragazza di vent’anni che vive sola con un padre malato di cui si prende amorevolmente cura, Ilaria Tuti ha tessuto una trama che ha inglobato in Fiore di roccia persone realmente esistite, condensate all’interno dei personaggi da lei creati. Ad esempio il personaggio materno e forte di Lucia, ha fatto rivivere Maria Plozner Mentil, donna simbolo delle Portatrici, unica donna a cui è stata mai dedicata una caserma e che riposa insieme agli alpini uccisi durante il primo conflitto mondiale, una guerriera tra guerrieri.

Queste donne erano i veri fiori di roccia, capaci di aggrapparsi con forza alla vita nonostante fossero circondate solo da morte e di portare aiuto e speranza lì dove regnava la disperazione, trasportando carichi a volte pari al loro stesso peso.

RECENSIONE

Ilaria Tuti ha una penna che dipinge. Il suo lessico così ricco non ti permette di perdere la concentrazione nemmeno un minuto, perché ha bisogno di essere assaporato in ogni sillaba che, insieme alle altre, schizza un quadro generale che lascia gli occhi e la mente appagati. Con Fiore di roccia ha voluto rendere omaggio alla sua terra, alle sue montagne, si sente che è quasi una dichiarazione d’amore ai luoghi in cui è cresciuta.

Si sa davvero poco del ruolo che le donne ebbero durante il primo conflitto mondiale ed è un gran peccato che donne come Maria Plozner Mentil e le Portatrici siano state dimenticate dai manuali di storia, perché a scuola di certo non si studiano. Quindi ringrazio la letteratura che ci mette a disposizione autori e opere del genere attraverso cui scopriamo un mondo che altrimenti sarebbe andato perduto e ci permettono di omaggiare coloro i quali hanno vissuto una vita per nulla agiata, ma che hanno combattuto e creduto fino all’ultimo per un futuro privo di guerre e pieno di speranza.

Grazie Portatrici, sono contenta di aver conosciuto la vostra storia e, nel mio piccolo, cercherò di fare in modo di farla arrivare a quante più persone possibile.

VOTO 5/5

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