“Le quaranta porte” di Elif Shafak

“Che immenso spreco, se anche un solo giorno nella tua vita è identico al precedente. Ogni momento, a ogni respiro, dobbiamo rinnovarci e poi rinnovarci ancora. Vi è un solo modo per rinascere a nuova vita: morire prima della morte”.

A quanti nella vita non è capitato di sentirsi ad un punto morto, in stallo, di sopravvivere anziché di vivere? Di veder scorrere i propri giorni uno uguale all’altro e non vedere davanti a sé nessun segnale di cambiamento? Ci sta che noi umani amiamo la stabilità, l’abitudine, il comfort del sapere sempre cosa succederà domani: ma fino a quando siamo disposti a vivere una vita prestabilita senza possibilità di rigenerarsi?

Spesso non ci si rende nemmeno conto di aver bisogno di un cambiamento fino a quando non viene lui stesso a cercarci, proprio come accade alla protagonista di “Le quaranta porte” di Elif Shafak.

Ella Rubinstein ha quarant’anni, è sposata con David da venti lunghi anni e hanno tre figli e un cane. La sua vita è perfetta all’apparenza: ha una bella casa, tanti affetti e anche hobby. Una vita apparentemente normale che viene stravolta quando le capita tra le mani un romanzo da recensire.

Si tratta de La dolce eresia, di un autore sconosciuto, che narra la storia del grande poeta Rumi, vissuto in Turchia nel XIII secolo e della sua amicizia con il derviscio musulmano Shams-i Tabriz. Quest’ultimo è un famoso derviscio che ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca delle quaranta regole dell’amore. Non ha mai vissuto in un luogo fisso. Per lui la conoscenza deriva dal vagare in mezzo alla gente, a contatto con i più poveri ed emarginati e vive amando il prossimo, così come noi stessi veniamo amati da Dio, senza paure e senza catene sociali. Il suo incontro con Rumi, studioso predicatore, amato nella sua città, cambierà per sempre le vite di entrambi, arricchendole e trasformandole.

RECENSIONE

In questo romanzo Elif Shafak ci regala due storie che corrono parallele, ma che in realtà si intrecciano inesorabilmente.

Lo stile è differente dai suoi precedenti romanzi. È meno elaborato, più diretto e ricco di citazioni e insegnamenti da cogliere attraverso una lettura attenta e quasi meditativa.

Pur descrivendo una realtà musulmana, non si può non restare piacevolmente colpiti quando nella lettura ci si dimentica quasi che si parli di religione islamica e ci si sente trasportati in una realtà universale, perché Shams-i Tabriz coglie l’essenza della religione stessa, ovvero l’amore.

E quest’ultimo non ha differenze di alcun genere né confini che lo delimitino.

Cosa succederà quando la vita di Ella verrà travolta dal suo tocco magico e al contempo energico? Quando si ritroverà a mettere in dubbio tutto ciò che fino a quel momento le era sembrato ovvio e immutabile?

Non vi resta che scoprirlo immergendovi in questa lettura senza tempo di “Le quaranta porte” , perché alla fine…

“Non è mai troppo presto o troppo tardi nella vita. Tutto succede al momento giusto”

Voto 4/5

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