“OBBLIGO O VERITA'” DI RICCARDO IANNACCONE – RECENSIONE

Scheda tecnica
TitoloObbligo o verità
Autore: Riccardo Iannaccone
Genere: Thriller psicologico
Editore: Bré edizioni
Pagine: 200
Anno pubblicazione: 2021

L’usanza vorrebbe che il matrimonio fosse il giorno più bello nella vita degli sposi. Ed è auspicio di questi ultimi che questa sia anche la loro realtà, altrimenti la scelta del matrimonio sarebbe di per sé una contraddizione.

TRAMA

Ebbene, in Obbligo o verità gli sposi si amano, sono felici e vivono la loro favola dorata in una location degna di un film americano, viene persino suonata “I Say a Little Prayer” di Aretha Franklin, una nota di colore in stile Il matrimonio del mio migliore amico. Lo scenario cambia però nel post-serata, quando la damigella d’onore e un collega della sposa decidono di organizzare una serata tra intimi, tra “amici”, otto per la precisione, e continuare la festa in un altro modo.

Le mie virgolette per la parola amici non sono poste lì a caso, perché si sa che in molti rapporti l’ipocrisia regna sovrana, ma qui impera violentemente. Decidendo di giocare ad un gioco all’apparenza innocuo e alquanto infantile come obbligo o verità, un gioco impensabile per una giornata particolare come quella che ha visto la celebrazione di un matrimonio, questi otto piccoli indiani (mi è piaciuta questa velata citazione dell’autore) si toglieranno le maschere e rimarranno nudi di fronte alle rispettive verità, in un crescendo di emozioni che, vi assicuro, lasciano col fiato sospeso.

RECENSIONE

Questo è un romanzo che si fa divorare pagina dopo pagina. Ad un certo punto ero così presa dalla lettura da non essermi accorta che qualcuno era entrato in camera e, credetemi, ho fatto un balzo sul letto!

Ciò che mi ha particolarmente colpita è stata la cura che l’autore ha posto nell’analisi della psiche di ciascun personaggio. Obbligo o verità è un susseguirsi di flashback e dialoghi. Ci sono momenti in cui le battute vengono scagliate come dardi infuocati e Riccardo Iannaccone li accompagna da un’accurata introspezione di colui che le proferisce, agendo in quel momento. Si riesce ad entrare in contatto con ciascuno dei partecipanti allo strano gioco e a comprendere le dinamiche interiori che li muovono.

Ognuno poi, leggendo, potrà esprimere un proprio personale giudizio sulla moralità di alcuni di essi, ma sta di fatto che l’autore fornisce tutti i dettagli per poter esprimere il verdetto. Ho apprezzato molto anche le descrizioni degli ambienti e della natura che fa da muta e noncurante spettatrice degli eccessi umani. L’unica in grado di rimanere tranquilla in mezzo al tumulto.

Se potessi, vi scriverei un papiro di riflessioni che questo dramma a cielo aperto mi ha suscitato, ma così vi farei uno spoiler e non mi sembra il caso. Vi posso dire che, se vi piacciono i thriller psicologici, questo libro vi potrebbe piacere. Troverete menti in fermento, una location mozzafiato, una storia che sembra quasi una pellicola cinematografica e colpi di scena. Unica nota stonata: le parolacce. Mi dispiace, ma la parola ca**o in un testo mi disturba parecchio, perché lo abbassa di tono. Solo per questo il mio voto non sarà un cinque pieno. Per il resto, un gran buon lavoro!

VOTO 4,5/5

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