“L’ORIZZONTE CI REGALERA’ LE STELLE” DI RUTA SEPETYS – RECENSIONE

Scheda tecnica
Titolo: L’orizzonte ci regalerà le stelle
Autore: Ruta Sepetys
Genere: Romanzo storico
Editore: Garzanti
Pagine: 465pagine

Dire che L’orizzonte ci regalerà le stelle di Ruta Sepetys mi ha entusiasmato è dire poco. Il nuovo romanzo dell’autrice di Avevano spento anche la luna mi ha attirata in un vortice di storia ed emozioni che mi hanno fatto rivivere una delle pagine di storia più violente e più nascoste del ‘900. Dico nascoste perché ciò che avvenne in Spagna durante, ma soprattutto dopo, la Guerra Civile spagnola è avvolto, a mio avviso, in una nuvola di silenzio di cui poco si insegna persino nelle scuole e sui manuali scolastici.

Io stessa ricordo che di questo capitolo storico si parlava ben poco e che al massimo ciò che studiavo era. “Nel 1939 la guerra civile si concluse con la vittoria della destra di Francisco Franco e in Spagna iniziò un governo di dittatura durato fino alla sua morte nel 1975.” Fine, nulla di più, nessun approfondimento, perché dopo si passava direttamente al conflitto mondiale e al dopoguerra nei paesi democratici di Europa.

Ma andiamo con ordine e parliamo di questo meraviglioso romanzo pubblicato nel 2020 e a cui l’autrice ha lavorato per ben otto anni, anni in cui ha raccolto informazioni e testimonianze per scrivere un libro dettagliato e veritiero che spingesse il lettore a ricercare da sé ulteriori informazioni. Cosa che ho fatto non appena ho voltato l’ultima pagina di questo romanzo.

TRAMA

Come sempre Ruta Sepetys muove tantissimi personaggi sulla scacchiera del suo racconto. I protagonisti principali sono Ana e Daniel con le rispettive famiglie. Ana è figlia di repubblicani, torturati e uccisi durante la guerra e che ora vive in miseria con i propri fratelli, nella costante paura di fare passi falsi e venire arrestati, solo perché nelle loro vene scorre il cosiddetto “sangue rosso”. Lavora all’hotel Castellana Hilton di Madrid e qui incontra Daniel Matheson, un giovane texano arrivato lì con la sua famiglia composta da un padre che lavora nell’industria petrolifera americana e una madre di origine spagnola, legata al suo paese e che ne ha insegnato la lingua anche al figlio. Daniel ama la fotografia, attraverso cui riesce a catturare frammenti di realtà, raccontando storie da varie prospettive e inizia così a fotografare la realtà spagnola di quegli anni, catturando povertà, omertà e paura, tantissima paura. Le vite di Ana e Daniel si intrecciano inesorabilmente, uniti da un amore che però non è facile far fiorire, a causa di differenze di ceto e culturali.

Questa però non è solo una storia d’amore, ma è anche una storia che vuole dipingere la verità e farla uscire attraverso le pagine di un romanzo storico in modo tale che poi venga recepito da lettori che, come me e come voi, possano ricercare fonti di prima mano e approfondire queste tristi vicende.

Avete mai sentito parlare dei “bambini rubati”? Lo sapevate che in Spagna dal 1939 fino alla fine degli anni ’80 sono stati rubati 300 000 neonati? Presi alle loro famiglie perché avevano sangue rosso o perché ritenute cattolicamente indegne, in complicità con medici e istituzioni ecclesiastiche? L’ultimo venne sottratto nel 1999! Stiamo parlando solo di 22 anni fa…

Cari lettori, se avete la possibilità, leggete questo romanzo, informatevi, perché una storia del genere merita di essere conosciuta e non solo nei confini nazionali spagnoli.

VOTO 5/5

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